Cos'è il Canone Rai
Ci sono scadenze annuali obbligatorie per tutti i cittadini e, una di queste, è il canone Rai. Si tratta di una vera e propria tassa a cui sono soggetti tutti i contribuenti in possesso di un apparecchio televisivo o radiofonico e che possono, quindi, ricevere il segnale inviato dalla radio televisione di Stato. Non è importante che vengano effettivamente visionati i canali in questione, basta che si sia abilitati a farlo. Inoltre il canone Rai va pagato per la presenza di uno o più apparecchi in ciascuno degli immobili riconducibili a un determinato contribuente; se quindi si possiede un televisore nell'immobile di residenza e uno nell'immobile adibito ad uso vacanze, il contribuente è tenuto a pagare un contributo pari a due canoni. Ma non solo immobili ad uso civile, perché la stessa legge è valida anche per chi possiede un apparecchio radio televisivo in un locale commerciale, anche se in questo caso il canone da pagare è differenziato e maggiorato per una diversa fruizione del sevizio offerto. Questa legge è in vigore dal lontano 1938 ed è assoggettato ad essa chiunque ne possegga uno, anche solo come soprammobile o per l'utilizzo delle consolle dei videogiochi; fino a qualche tempo si pensava anche di estendere la legge non solo a chi possedeva un apparecchio radio televisivo, ma anche a chi era in possesso di un dispositivo elettronico in grado di visionare in streaming la televisione di Stato: palmari, tablet, smartphone e computer erano quindi considerati alla stregua di un televisore e pertanto soggetti alla tassazione ma per fortuna questo emendamento non è mai stato approvato ed è rimasto solo una proposta. Ovviamente non si è obbligati a pagare in canone, l'importante è dimostrare di non possedere nessun apparecchio televisivo nel luogo di residenza; se si sceglie di non pagare più l'abbonamento al canone Rai, è necessario inviare una lettera di disdetta dichiarando esplicitamente che l'apparecchio televisivo non rientra più nelle disponibilità del contribuente per diversi motivo e che quindi non è più dovuto il pagamento del canone.
Parametri di valutazione per il pagamento
Il canone, come detto è dovuto dal contribuente, ma va chiarito bene in quale misura. Se in un'abitazione risiede un nucleo familiare di quattro persone tutte maggiorenni che detengono ciascuna un reddito, il canone dovrà essere intestato ad una di queste che si impegnerà a pagare annualmente la sua quota. Questo può essere considerato il nucleo familiare perfetto ma non sempre ci si trova in una circostanza simile, perché sempre più speso capita che due coniugi regolarmente sposati abbiano eletto come loro residenza appartamenti differenti: in questo caso ciascuno dei due coniugi dovrà assolvere al pagamento del canone Rai in relazione alla sua residenza; per lo Stato non è importante la domiciliazione del contribuente, che può anche essere la medesima per i due coniugi in una delle due case loro intestate, fa fede solo ed esclusivamente la dichiarazione di residenza. C'è poi un altro caso da tenere in considerazione, ossia la coabitazione di due o più nuclei familiari all'interno di uno stesso immobile: può capitare, infatti, che i figli una volta diventati indipendenti scelgano di uscire dal nucleo familiare originario per crearne uno indipendente, oppure può capitare, e succede sempre più spesso, che un figlio scelga di tornare ad abitare con la sua famiglia nella casa natale perché non si può più permettere il sostentamento di una casa tutta sua: in questi casi, stando così le cose e mantenendo i nuclei familiari distinti, un componente di ciascun nucleo è tenuto al versamento del canone Rai, nonostante la tv in casa sia solo una e la residenza sia la medesima.
Come non pagare più il canone Rai
Come detto prima non è una tassa che si deve obbligatoriamente versare all'infinito allo Stato, ma esistono dei modi per la cessazione del pagamento. Il metodo più semplice è la richiesta di esenzione dal pagamento del Canone Rai perché non si è più in possesso di un apparecchio televisivo che è stato demolito e non sostituito. La domanda, affinché abbia piena efficacia, dev'essere inoltrata al Ministero delle Telecomunicazioni o alla sede principale della Rai entro il 31 Dicembre mediante posta raccomandata con ricevuta di ritorno, in modo tale che non si abbia più nessun obbligo contributivo nei confronti della Radio Televisione Italiana. Ovviamente una domanda simile è soggetta a controlli da parte del personale erariale preposto, che dovrebbe recarsi presso il domicilio indicato per verificare che effettivamente nessun apparecchio televisivo sia presente nell'abitazione. Ma non solo per demolizione, la richiesta di esenzione dei pagamenti può essere inoltrata anche per cessione a titolo gratuito o oneroso dell'apparecchio: in questo caso nel modulo da compilare e da spedire alla sede della Rai dev'essere indicato il beneficiario della transazione e il modello di televisore che è stato ceduto: il personale erariale effettuerà quindi un controllo incrociato, per verificare che nella residenza del beneficiante non sia presente nessun apparecchio audio visivo e che presso l'abitazione del beneficiario sia presente lo stesso televisore indicato come oggetto della cessione. Ma esiste anche un terzo metodo, che viene spesso utilizzato dai contribuenti per continuare a guardare la televisione gratuitamente nel pieno rispetto delle norme di legge: il suggellamento. Inviando la richiesta di suggellamento all'ufficio della Rai, si chiede all'ente di inviare presso il proprio domicilio due addetti erariali che si impegnano a suggellare l'apparecchio televisivo all'interno di un sacco di iuta, inibendone quindi l'utilizzo. Ma la maggior parte delle persone che hanno chiesto il suggellamento, bloccando di fatto l'obbligo di versare la quota del canone Rai, non hanno mai ricevuto la visita degli ufficiali erariali e possono continuare a guardare la tv.