Tipi di restauro
Restaurare un mobile significa salvaguardare un pezzo di arredo, solitamente antico, e prolungarne la vita nel tempo, riportandolo al suo aspetto originario che è stato alterato dal passare del tempo. Prima di restaurare un mobile occorre essere certi dell’epoca e dello stile a cui appartiene, così come delle tecniche di lavorazione utilizzate per costruirlo. L’epoca va stabilita per individuare il tipo di legno con cui è stato realizzato il mobile e che andrà reperito anche per il restauro. Poi andrà decisa la tipologia di restauro da eseguire. Il restauro infatti può essere di tipo conservativo, e in tal caso si limita a consolidare le parti del mobile già presenti, recuperando i danni causati dal passare del tempo senza riportare il pezzo alle sue condizioni originarie, o di tipo integrativo, che riporta il mobile al suo aspetto originario. Quando si procede con il restauro di un mobile, è sempre bene annotare in ordine cronologico i vari interventi a cui il pezzo verrà sottoposto.
Passo dopo passo
Vi è un ordine preciso con cui intervenire su un mobile da restaurare. Si inizia con gli interventi di falegnameria, si passa poi alla pulitura e si termina con la lucidatura. Le operazioni di pulitura sono le più delicate, perché dovrebbero rispettare la patina che con il tempo ha rivestito il mobile e ne ha segnato la storia. Non potendo essere riprodotta, abbiate cura di pulire il mobile senza ricorrere a detergenti abrasivi, a base acida o caustica. A volte non è neppure necessario riverniciare il mobile o, se lo fate, prima verificate quale tipo di vernice si adatta a quella che già ricopre il pezzo sottoposto a restauro. Per lucidare i mobili che state restaurando esistono due materiali che potete utilizzare: la cera, che si presta ai pezzi meno pregiati, e la gommalacca, da prediligere quando si tratta di mobili di ebanisteria e di pregio.
Gli strumenti
Qualunque buon restauratore deve avere a disposizione, per effettuare i lavori di restauro nel miglior modo possibile, un ambiente consono e gli strumenti necessari. La cosa migliore, se disponete dello spazio necessario, sarebbe quella di predisporre più locali alle varie operazioni di restauro, separando l’ambiente destinato alle operazioni falegnameria da quello della rifinitura fino all’area dove immagazzinerete i mobili e gli oggetti da restaurare. Verifichiate che gli ambienti non siano umidi (escludete cantine e seminterrati) e siano invece illuminati dalla luce naturale, che, a differenza di quella artificiale, non altera il colori ed è quindi un valido alleato nelle operazioni di restauro. Gli strumenti di cui si deve dotare un restauratore sono simili a quelli della falegnameria: si va dalle pialle (quella tradizionale, ma anche quella per modanature e la sponderuola), agli scalpelli di varie misure, che devono essere mantenuti affilati, ai seghetti (per impiallacciare, da traforo), alla martellina per impiallacciare.