Quali controlli si possono fare senza chiamare il tecnico
La caldaia dev’essere perfettamente funzionante tutto l’anno e a tal fine, soprattutto quando arriva il momento di riaccendere gli impianti radianti, è buona norma fare alcune verifiche, per avere la garanzia di un funzionamento ottimale e anche sentirsi più sicuri. Ecco i casi in cui non occorre rivolgersi a un tecnico ed è possibile procedere da soli:
Controllo della pressione: tutte le caldaie sono dotate di un manometro, cioè un dispositivo che indica la pressione. Basta avviarlo e osservare il valore; se è compreso fra 1,2 bar e 1,5 bar, non ci sono problemi. Se invece risulta inferiore, è sufficiente tenere aperto per pochi secondi il rubinetto di carico dell’impianto, per farlo salire. Se, al contrario, si superano i 2 bar, occorre sfiatare uno o più radiatori, eliminando aria dal circuito.
Controllo dell’accensione del termostato: semplicemente, bisogna fare delle prove relative all’accensione. Il termostato è importante perché regola e programma in modo automatico sia l’avviamento che lo spegnimento della caldaia.
Un’altra buona abitudine consiste nel leggere attentamente le bollette del gas e dell’energia elettrica. Nel caso in cui le abitudini non siano cambiate ma i consumi risultino aumentati, non resta che ipotizzare un guasto alla caldaia e rivolgersi a un professionista del settore. In foto, la caldaia Cares Premium Ariston.
In cosa consiste la manutenzione ordinaria
Non è vero, come credono in molti, che la manutenzione ordinaria della caldaia deve essere annuale. O meglio: dipende. Non ci sono normative in merito, semplicemente bisogna seguire le indicazioni relative ai singoli apparecchi e riportate nel libretto delle istruzioni. Vero è, invece, che la manutenzione è obbligatoria per legge.
Si tratta della summa di interventi che servono per mantenere l’impianto sicuro ed efficiente, evitare che consumi troppo e individuare eventuali anomalie. Sono tutti lavori che devono essere eseguiti da tecnici abilitati. Facciamo un elenco più preciso dei vari step:
- Pulire lo scambiatore lato fumi.
- Verificare l’evacuazione dei fumi e fare la prova di tiraggio della canna fumaria.
- Pulire il bruciatore principale e quello pilota.
- Verificare la tenuta dell'impianto di adduzione del combustibile.
- Provare il funzionamento del generatore di calore.
- Controllare la regolarità dell’accensione e la taratura della caldaia.
- Controllare i dispositivi di comando e regolazione.
- Verificare i sistemi di espansione.
- Valutare la produzione di calore.
Inoltre il tecnico deve accertarsi che sia tutto in linea con la normativa vigente, che non ci siano componenti usurati o difettati, che non ci siano perdite d’acqua. Il resoconto della manutenzione deve essere annotato sul libretto d’impianto.
Il controllo dei fumi: scadenze e modalità
Per il controllo dei fumi, invece, ci sono scadenze ben precise che riguardano tutte le caldaie; il documento di riferimento è il decreto del Presidente della Repubblica n. 74/2013. Il controllo va fatto:
- Ogni due anni se la caldaia ha una potenza tra 10 e 100 kW ed è alimentata a combustibile liquido o solido.
- Ogni quattro anni se la potenza è compresa fra tra 10 e 100 kW e l’alimentazione è a gas, metano o GPL.
- Ogni anno se la caldaia è alimentata a combustibile liquido o solido e ha una potenza superiore a 100 kW.
- Ogni due anni se l’impianto è a gas, metano o GPL e supera i 100 kW.
L’intervento è obbligatorio anche quando si avvia per la prima volta una caldaia, quando si sostituiscono apparecchi del sottosistema di generazione e quando viene modificata l’efficienza energetica. Il controllo dei fumi è un test che permette di monitorare la regolazione del bruciatore, ovvero stabilire la temperatura dei fumi di combustione, i valori di tiraggio e i parametri di sicurezza. Alla fine il tecnico deve rilasciare il Bollino Blu.
A cosa serve il libretto d’impianto
C’era una volta il libretto della caldaia. Dal gennaio 2016 c’è invece il libretto d’impianto, che quindi l’ha sostituito. È il documento unificato che identifica e accompagna tutti gli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva installati in un’abitazione o un intero edificio. Caldaie comprese, naturalmente.
È composto da 14 schede la cui compilazione spetta ai tecnici e sulle quali bisogna quindi riportare con estrema precisione (indicando pure il giorno) gli esiti dettagliati della manutenzione ordinaria, del controllo fumi e qualsiasi altro intervento.
Il libretto viene “inaugurato” con il collaudo e poi diventa sempre più nutrito. Può essere paragonato a una carta d’identità, insomma. E questo vuol dire che necessario è annotare anche l’eventuale sostituzione di singoli elementi o altre modifiche. La procedura, così come il documento, sono obbligatori.
I prezzi della manutenzione e della revisione
Ma quanto costa la manutenzione ordinaria della caldaia? Dipende dal singolo tecnico (o dalla singola ditta) ma anche dalla città in cui si vive. In media, comunque, è compresa fra i 60 euro e gli 80 euro.
Invece la revisione, cioè il controllo dei fumi, essendo più complessa ha un prezzo superiore: si mettano in conto fra i 100 e i 120 euro e si aggiunga anche il costo del Bollino Blu, che in genere è pari a una decina di euro.
Non ci si può sottrarre e provare a fare i furbi può essere molto rischioso, in quanto le sanzioni per gli inadempienti partono da 500 euro e possono raggiungere quota 3.000 euro. Anche chi non è in possesso del libretto d’impianto, se scoperto, deve pagare una multa salata, fra i 500 e i 600 euro. I controlli vengono effettuati a campione, sappiatelo. E non dimenticate l’importanza della sicurezza.